15 giugno 2009

Il fascista di Arcore

La parola è difficile: schismogenesi. La coniò negli anni Trenta l'antropologo Gregory Bateson per descrivere certi rituali dei cannibali della Nuova Guinea.

Nel 2002 è stata introdotta nel linguaggio politico per definire una delle principali tecniche di comunicazione di Silvio Berlusconi. Una tecnica antichissima.

Ecco come la sintetizza lo psicologo Alessandro Amadori: «Si lancia, possibilmentein modo informale, una strategia di attacco, si ottiene in questo modo una controreazione spropositata, si nega di aver voluto attaccare».

Il controllo dell'informazione è di grandeaiuto alla schismogenesi: consente, a posteriori,di edulcorare l'attacco e di enfatizzare la reazione presentandola sempre come «spropositata».
E, in più, intimidisce l'avversario che magari tace nel timore di esserebollato come «antiberlusconiano».

Di certo gli fa perdere tempo. Se qui da noi non ci fosse questo dominio della schismogenesi, non avremmo dovuto fare una premessatanto lunga per dire che Silvio Berlusconi è un fascista. Più precisamente: se è vero che «ogni tempo ha il suo fascismo» (Primo Levi) Berlusconi è, nel nostro tempo e nel nostro paese, la personalità che più di ogni altra assume comportamenti che richiamano gli stilemi del fascismo.

A partire dal disprezzo per la libertà di stampa. Ogni tempo ha il suo fascismo anche perché, tra un fascismo e l'altro, gli uominiliberi tentano di darsi delle leggi che ne ostacolino il ritorno. E perché, tra un fascismo e l'altro, si consolidano dei valori universali.

Oggi solo un pazzo potrebbe proporre il ripristino della censura in Italia, non solo perché la Costituzione la vieta, ma soprattutto perché sarebbe inaccettabile per l'intero mondo civile. È però possibile, quando si controlla l'informazione e si è a capo di un governo, agire per togliere ai giornali ancora liberi l'ossigeno per vivere. Per esempio la pubblicità che, come il nostro premier sa alla perfezione, in Italia ha già una distribuzione totalmente sbilanciata a favore delsistema televisivo e, cioè, delle sue tasche.

È esattamente quanto ieri (poche ore dopo le parole del presidente Napolitano sulla libertà di stampa come «fondamento della democrazia»)ha fatto Silvio Berlusconi parlando ai giovani industriali. Dopo aver descritto come una specie di golpe la collezione di scheletri che conserva nel suo armadio, ha detto (Ansa, ore 14,22): «Bisognerebbe non avere una sinistra e dei media che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo.Anche voi dovreste fare di più: non dovreste dare pubblicità a chi si comporta così».

Qualcuno deve avergli fatto notare che l'aveva sparata troppo grossa, ed ecco(Ansa, ora 15,01) la precisazione: «Mi riferivo non alla stampa, ma al leader dell'opposizione». La pezza non solo è quasi peggiore del buco, ma non lo chiude. Il premier ha lanciato un messaggio chiarissimo: le imprese che daranno pubblicità ai giornali che non gli piacciono, non saranno apprezzate dal governo. In una fase di crisi, l'argomento è efficace.

E modernamente fascista.

Quanto alla schismogenesi, suggeriamo ai lettori di seguire i telegiornali di oggi.

GIOVANNI MARIA BELLU
L'unità 14 giugno 2009

La storia si ripete

La destra xenofoba ha ottenuto consensi allarmanti. La Storia ci ha insegnato che alcuni fenomeni iniziano inosservati o sembrano umoristici. Ma poi persone di cui si rideva hanno creato situazioni in cui non si poteva mai più ridere. Jan Fischer, presidente Ue, 14 giugno

05 giugno 2009

Ispettorato per l' Immigrazione

"Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.

Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.

Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.

Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.

I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali."

"Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.

Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".

(Dalla relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americanosugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912)