07 settembre 2025

Il calvario di Francesca Albanese

Poco fa, in una conferenza stampa in Senato organizzata da Avs, Francesca Albanese ha raccontato cosa significhi davvero essere colpita da sanzioni dal Paese più potente al mondo.

È un racconto da brividi, che Meloni e Tajani dovrebbero ascoltare dall’inizio alla fine e magari provare un po’ di vergogna per il loro silenzio.

“Non posso nemmeno aprire un conto corrente bancario, dunque non posso fare quasi niente. Sono rientrata a Napoli per ragioni familiari e, non avendo una carta di credito, non ho potuto nemmeno affittare un’auto. 
Sono costretta a girare con i contanti. 

Sono accusata di essere una minaccia per l'economia globale. 
Questo significa che le persone che hanno rapporti con me, in particolare dal punto di vista finanziario, possono essere soggette a sanzioni penali e pecuniarie fino a un miliardo e a 20 anni di carcere!
Significa, per esempio, che mia figlia, che è cittadina statunitense, è tecnicamente passibile di arresto per avermi comprato un caffè.

Questo ha creato il gelo intorno a me, non per mancanza di fiducia ma per l'atteggiamento di minaccia dell'amministrazione Usa.

Questa nei miei confronti è una modalità punitiva e persecutoria.

Non è solo un attacco a me, è un attacco alle Nazioni Unite, ed è per questo che servono i governi, il mio innanzitutto.
Eppure nessun membro del governo italiano mi ha chiamato per esprimermi solidarietà. Altri governi lo hanno fatto, non quello italiano. 

Se sono sorpresa? In un ordinamento costituzionale ci si aspetta che l'organo preposto a difendere la Costituzione si pronunci su un provvedimento senza precedenti come questo. Spero che gli italiani si rendano conto di quello che sta succedendo in questo Paese”.

Neanche di fronte a una propria connazionale - tra l’altro di questo livello e spessore - che subisce quello che sta subendo Francesca Albanese nell’esercizio delle sue funzioni di relatrice Onu, neanche di fronte a queste parole il governo ha un sussulto di dignità.

Cosa deve subire ancora Francesca Albanese perché il governo italiano la difenda?

Vicinanza umana e morale a questa grande donna, che per mesi ha retto quasi solo sulle proprie spalle la dignità dell’Italia nel mondo sugli orrori di Gaza. 

Non lasciamola sola.

25 agosto 2025

Non è una proposta è un ricatto.

Ogni giorno un leghista si alza e sa che dovrà spararla più grande del giorno prima.

Questa volta è il turno del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, quello per intenderci che voleva intitolare a Latina una piazza a Mussolini. 

E che oggi annuncia in pompa magna: 

“Abbasseremo le pensioni a 64 anni per tutti! Lo avevamo promesso e lo faremo!” 

E uno dotato di un briciolo di senno si chiede: Come? Dove? In che modo?

Semplice: Con i nostri TFR, che nella brillante idea di Durigon saranno usati su base volontaria come una specie di rendita per raggiungere la soglia minima pensionistica.

Come non averci pensato prima? 

In pratica, la pensione secondo i leghisti ce la pagheremmo da soli, con soldi nostri che sarebbero destinati alla liquidazione e abbassando così magicamente l’età pensionabile.

In pratica, ti tolgono qualunque buonuscita, ma “ehi… grazie a noi vai in pensione prima”.

Non è un proposta. È un ricatto.

E hanno pure il coraggio di rivendicarla come una grande “promessa mantenuta”.

Questi erano quelli che dovevano abolire la legge Fornero e sono finiti per proporre un legge che è dieci volte peggio e cento più ipocrita. 

La madre di tutte le supercazzole.

E la cosa drammatica è che milioni di italiani se la bevono pure.

15 agosto 2025

una flotta per Gaza

A fine mese, il 31 agosto, salperà dalla Spagna la più grande flotta di navi mai organizzata per rompere l’assedio di Gaza.

Con a bordo anche - di nuovo - l’attivista svedese Greta Thunberg.

Non una sola imbarcazione ma decine di navi coordinate dalla Global Sumud Flotilla con un obiettivo chiaro: portare tonnellate di cibo e aiuti umanitari alla popolazione di Gaza bombardata, affamata e segregata.

E altre navi si uniranno dalle coste tunisine e da altri porti lungo la rotta, per quello che si annuncia come la più grande missione di salvataggio via mare mai messa in campo per Gaza. 

“Non si tratta di una semplice missione ma di una rivolta globale, un movimento di solidarietà internazionale” ha detto Saif Abukeshek della Marcia Globale per Gaza. 

Tutti gli attivisti che hanno cercato sin qui di rompere l’assedio sono finiti per essere raggiunti dall’esercito israeliano ad armi spianate, fermati, sequestrati, incriminati, deportati.

Questa volta Netanyahu dovrà fermare una flotta intera.

14 agosto 2025

la sindaca di Genova

Nel giorno in cui la Presidente del Consiglio Meloni non è riuscita a pronunciare neppure mezza parola, la sindaca di Genova Silvia Salis è andata direttamente a Sant’Anna di Stazzema, ha abbracciato Adelmo Cervi e ha tenuto una straordinaria orazione civile per l’81esimo anniversario di uno dei più feroci eccidi nazifascista di sempre.

Senza aver paura di chiamare le cose COL LORO NOME.

“Mi chiamo Silvia. Sono una cittadina della Repubblica Italiana. Sono figlia di Genova, una città che ha dato la vita per la Resistenza, che si è liberata da sola dalla follia nazifascista, una città mediaglia d’oro per la Resistenza. Come lo è anche Stazzema.
Sono qui, in questo luogo sacro, NON per ricordare. Sono qui per non dimenticare.
Non è la stessa cosa.
Ricordare è un’azione che appartiene alla mente. Non dimenticare appartiene anche al cuore.

E oggi con il cuore, anche se non ce ne accorgiamo, facciamo rumore. Voglio che questo rumore si senta fino a valle. Perché siamo qui per scegliere.
Scegliere da che parte stare.
Perché ogni volta che si onora la strage di Sant’Anna di Stazzema, non si compie un gesto formale.
Si prende posizione.
Si guarda in faccia la Storia, e le si dice: “Io non dimentico. Io resisto. Io continuo il cammino di chi è stato strappato alla vita, per difendere la nostra”.
La memoria della Resistenza è la nostra memoria, è la memoria di chi ha lottato per sconfiggere il fascismo e il nazismo.
(…)
La Resistenza non è un capitolo chiuso... la Resistenza è un muscolo. E noi oggi lo alleniamo ancora.
Dicono: “La politica oggi non è più quella di una volta. Mancano le ideologie”.
Io dico invece che le ideologie ci sono eccome. E aggiungo, per fortuna. Io non mi sento uguale a chi, ancora oggi, minimizza la Storia. Io non mi sento uguale a loro, è una questione di ideologia? Forse, ma soprattutto è una questione di umanità.
Qui non c’è stato il domani. Perché gli orchi hanno chiuso la porta del tempo a 560 esseri umani.
Qualcuno dirà che “però era tempo di guerra”. Ma la guerra non giustifica l’orrore.
La guerra sfila la maschera a chi ha già scelto di non essere umano.
Ogni tempo ha il suo modo di diffondere l’apparente verità. Un tempo c’erano i balconi e le piazze.
Oggi i sondaggi, i post, gli hashtag, le frasi populiste urlate nei talk show, magari senza neanche un contraddittorio.
Il fascismo non ha paura dei fucili, ha paura della cultura. Ha paura dei libri.
(…)
Viva Sant’Anna! Viva la Resistenza!”

👏👏👏

Qualcuno riporti queste parole grondanti antifascismo, resistenza e Cultura e le riporti gentilmente alla Presidente Meloni.

La più grande lezione possibile da una donna delle istituzioni a una donna che le istituzioni antifasciste le umilia e le calpesta ogni giorno.

Orgoglioso della sindaca della mia città.

Trovate voi le differenze.

Lorenzo Tosa 

03 agosto 2025

Intellettuali?

Premesso che disprezzo profondamente il governo Meloni per il suo sostegno militare a Netanyahu e il suo asservimento alla Casa Bianca, praticamente un gruppo di servi senza dignità, devo dire che gli intellettuali più vigliacchi del mondo sono a sinistra e non a destra. Troppi intellettuali di sinistra hanno taciuto sul genocidio a Gaza. Ora che Grossman parla di genocidio, qualche intellettuale di sinistra esce alla scoperto. Quando a dirlo era Francesca Albanese, Alessandro Di Battista o il sottoscritto, niente genocidio. Ora che a dirlo è Grossman, allora genocidio forse si può dire.
Il 7 ottobre 2023 fui aggredito per avere scritto: "Lo sterminio di un popolo sarà sempre possibile fino a quando esisteranno uomini come Netanyahu". La mia previsione era corretta, i fatti mi hanno dato ragione. 
Il lavoro dell'intellettuale si fa con il coraggio. Per fare l'imprenditore, occorre il capitale. Per fare il Alessandro soldato, occorrono le armi. Per fare l'intellettuale, serve il coraggio. Un intellettuale senza coraggio non è un intellettuale.

Alessandro Orsini 

02 agosto 2025

Come liquidare la strage di Boolgna

Niente, non ce la fa proprio. È più forte di lei. 

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è riuscita nell’impresa di liquidare la Strage di Bologna con queste parole indegne delle istituzioni che rappresenta:

“Il 2 agosto di 45 anni fa il popolo italiano ha vissuto una delle pagine più buie della sua storia. 
Il terrorismo ha colpito con tutta la sua ferocia la città di Bologna”.

No, Presidente Meloni, non è stato genericamente il terrorismo a commettere la strage.

È stato il terrorismo nero e, più precisamente, eversori neofascisti. Più ancora precisamente, gente che ha militato in partiti eredi in linea diretta del fascismo.

E questo rende la matrice di quella strage chiarissima, limpida, indiscutibile: MATRICE FASCISTA.
 
Chiamiamo le cose con loro nome.

Lo deve al rispetto della Storia di questo Parse.

Lo deve alle istituzioni che riveste.

Lo deve alla verità giuridica, inequivocabile e definitiva.

Lo deve al rispetto, soprattutto, delle vittime e dei loro familiari.

Neanche davanti alle straordinarie parole di Paolo Bolognesi, Presidente dell’associazione familiari delle vittime, ha avuto un sussulto di dignità.
 
 

Vergogna.
 

 

30 luglio 2025

Blitz a Montecitorio

Poco fa, con un blitz improvviso, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs hanno simbolicamente occupato Montecitorio e hanno sventolato dalle finestre della Camera questo cartello qui, che recita:

“GAZA. L’ipocrisia uccide come la fame. Meloni sveglia”.

Un modo per tenere alta l’attenzione su Gaza di un governo pavido, dormiente, sdraiato sulla linea israelo-trumpiana. 
L’ultimo grande Paese, assieme alla Germania, a non riconoscere lo Stato di Palestina.

Menomale che è rimasto ancora qualcuno a ricordarglielo. A ricordarci che Giorgia Meloni non rappresenta UMANAMENTE l’Italia e gli italiani. 
E che c’è chi resta umano. Nonostante tutto.

Lorenzo Tosa