Il Belpaese che sforna moratorie sui diritti civili all'Onu, dove si organizza una manifestazione al giorno per protestare contro le repressioni in angoli lontani del mondo, è lo stesso che alza le spalle davanti alla devastante realtà di tortura emersa dall'inchiesta sulla caserma di Bolzaneto.
I trattamenti disumani, le violenze sadiche, le umiliazioni sessuali della polizia ai danni dei 209 arrestati di Bolzaneto sono ultra provati e costituiscono una vergogna nazionale.
Per la verità, bisognerebbe usare il condizionale, perché di vergogna in giro se ne vede poca. Soltanto Walter Veltroni ha rotto in campagna elettorale l'omertà politica mafiosa che circonda i risultati delle indagini dei magistrati genovesi.
Da cronisti, nell'estate del 2001 assistemmo in tanti, sbalorditi, alla follia cilena delle forze dell'ordine. Ragazzini circondati per strada da plotoni di poliziotti e massacrati di manganellate, senza alcuna ragione. Manifestanti pacifisti e pacifici aggrediti con ferocia, mentre poche centinaia di metri più in là gli incapucciati neri davano l'assalto indisturbati alle vetrine.Ma tutto questo non è nulla paragonato alla lettura degli atti dei pm genovesi.
Dall'inchiesta di Giuseppe D'Avanzo, che quasi in solitaria ha condotto su Repubblica una campagna contro un silenzio indecente, si legge: - A.D. entra nello stanzone con una frattura al piede. Non riesce a stare nella posizione "della ballerina", in punta di piedi. Lo picchiano col manganello. Gli fratturano le costole, lo minacciano di rompergli anche l'altro piede. Poi gli innaffiano il viso con gas urticante, mentre gli urlano: "comunista di merda!"-. Un ragazzo poliomelitico implora gli aguzzini di "non picchiarlo sulla gamba buona", ma quelli continuano finché sviene. Le ragazze vengono sottoposte a continue umiliazioni sessuali e minacciate: "Ora vi stupriamo tutte".
Si tratta, ha scritto Antonio Cassese, "della violazione simultanea e flagrante di tre importanti trattati internazionali che l'Italia si era impegnata solennemente a rispettare". Ma per avere giustizia le vittime dovranno rivolgersi ai tribunali internazionali. Perché in Italia il reato di tortura non c'è e si sa già che i processi per Bolzaneto finiranno in prescrizione.
A finire in galera, con condanne pesanti, saranno piuttosto i manifestanti arrestati con un pacco di pasta rubato al supermercato.
E i pagliacci che organizzano veglie per la difesa dei diritti civili in Paesi che non saprebbero nemmeno indicare sull'atlante?
I cantori di destra della libertà, ficcata in ogni sigla, che hanno garantito l'impunità ai torturatori?
Dormono, dormono su una collina di vergogna.
Curzio maltese Venerdì di Repubblica
28 marzo 2008
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