Che bisogno c'è di usare il manganello quando già si impugna un telegiornale? E' innegabile che il trucchetto del capro espiatorio non solo funziona, ma si allarga a macchia d'olio.
E' passato appena un anno da quando i cattivi da eliminare erano i lavavetri di Firenze. Dài e dài, come la goccia scava la roccia, la propaganda convinceva tutti che del declino di una città fossero responsabili quattro straccioni. Era un inizio in sordina. Poi vennero gli zingari, gli stranieri in generale, i senza diritti, i senza garanzie.
Il sistema funziona così bene che ce lo troviamo oggi applicato ai lavoratori dell'Alitalia (per esempio), dipinti ogni giorno come vampiri della loro azienda, gente che fa il nababbo mentre tutto affonda, per cui si sente parlare di assistenti di volo e hostess come si parlasse di Briatore. Se il capo del governo vede andare in crisi il suo truffaldino piano di «salvataggio», va trovato un colpevole: la Cgil, i lavoratori.
Il manganello picchia lì.
Altro esempio, la polemica sui famosi «fannulloni», che ha partorito Brunetta e creato la sensazione diffusa che chiunque lavori per la pubblica amministrazione stia lì a rubare lo stipendio.
Lo stesso succederà tra breve, quando si tratterà di licenziare alcune decine di migliaia di maestre elementari. Si dirà che non sono all'altezza del compito (la Gelmini l'ha già detto), che costano e non producono.
Il manganello mediatico comincerà a lavorare sodo: sono troppe, lavorano quattro ore al giorno, il tempo pieno allontana i bimbi dalle famiglie, eccetera eccetera, finché un sondaggio decreterà che l'80% degli italiani non ne può più delle maestre!
E poi? E poi avanti un altro, la platea dei manganellandi è infinita. La chiamano modernizzazione, e hanno ragione: prendere l'olio di ricino col telecomando è una bella comodità.
Alessandro Robecchi
27 settembre 2008
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