Mimmo Lucano su Facebook
Secondo Il Piano strategico nazionale delle aree interne, l’agenda ufficiale di programmazione del governo per lo sviluppo delle aree fragili del Paese, esistono molti luoghi - per lo più, guarda caso, del sud Italia - che sarebbe opportuno abbandonare al proprio destino di decadenza e conseguente scomparsa.
Per tale Piano molte zone interne possono solo essere caritatevolmente assistite “in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita”.
Data la precarietà della loro situazione strutturale, queste località “non possono porsi alcuno obiettivo d’inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse”.
Trovo queste osservazioni particolarmente brutali, umilianti e ottuse: brutali, perché riflettono perfettamente la visione escludente, vigliacca e priva interesse verso le sorti del paese, propria della destra al potere; umilianti, perché condiscono il loro cinismo con un paternalismo da quattro soldi; ottuse, perché non riconoscono che si potrebbe azionare “l’inversione di tendenza” con l’accoglienza, dolce e diffusa, dei cittadini stranieri presenti nel nostro territorio.
Riace ha dimostrato a tutto il mondo che l’inclusione sociale di persone desiderose di vivere in pace e di farsi riconoscere come esseri umani titolari di pieni diritti, può mettere in moto un circolo virtuoso (di cui tutti, vecchi e nuovi residenti, beneficiano) di autodeterminazione, sviluppo, crescita, recupero di una produzione “di prossimità” (agricoltura, pastorizia, arti e mestieri artigianali, turismo solidale e rispettoso dell’anima dei luoghi, ecc.) proprio nelle zone che il Piano strategico considera vicine a un’irrevesibile fine.
L’accoglienza a Riace e in alcuni borghi limitrofi ha permesso che gli autoctoni si riprendessero, insieme ai nuovi cittadini venuti da lontano, un pezzo del loro destino rubato da tempo immemorabile.
La soluzione dev’essere la vita: le case, gli asili, le scuole, gli oratori e le piazze piene.
Non possiamo accettare il silenzio e il vuoto.
Da parte nostra, stiamo provando con tutte le nostre forze a portare un po' di Riace in Europa.
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