25 gennaio 2009

Il 2009: l’annus horribilis del Cavaliere?

Curzio Maltese il Venerdì di Repubblica 9 gennaio 2009

Dall'epoca delle signorie, in Italia chi esibisce potere trova consenso. È il pedaggio storico di un Paese che ospita la principale scuola di conformismo della storia, il papato.

Questa meccanica spiega molto della storia nazionale, anche recen­te. Il problema del Pd oggi non è la que­stione morale, ma l'impotenza politica. Veltroni incarna una leadership popolare, ma debole. Nella crisi, dovrebbe imporre una linea, dall'alto del plebiscito delle pri­marie, e invece si costringe a mediare con chiunque. Non riesce a ottenere le dimis­sioni di un Bassolino o di una Iervolino, l'allontanamento di un Latorre, la rimo­zione dell'abusivo Villari, deve trattare al­l'interno e all'esterno, con D'Alema e con Di Pietro, con Berlusconi e gli antiberlu­sconiani, con la Binetti e con i radicali. Uno strazio. Eppure, non esistono alternative credibili, a cominciare dall'unica seria.

D'Alema è percepito come uomo forte da chi non lo vota, l'elettorato della destra. Nella base del centrosinistra è considerato debole, e non a torto. Nel '95 aveva l'occasione di togliere all'avversario il suo principale strumento di potere, le te­levisioni. Qualsiasi professionista della politica non avrebbe esitato. L'avesse fat­to, oggi sarebbe al Quirinale. Invece s'è in­ventato la Bicamerale, ottenendo per sé un annetto di Palazzo Chigi e per gli italia­ni altri vent'anni di berlusconismo.

AI contrario, Berlusconi oggi irradia un immagine regale. Decide tutto, coman­da tutti. Vuole essere incoronato presiden­te dal popolo. Ha schiantato la magistratu­ra, che gli italiani sostenevano quando sembrava onnipotente e non per adesione alla questione morale. Il premier appare oggi invincibile. :Ma è solo un'immagine che serve a mascherare enormi debolezze.

Il suo governo è assai mediocre e i cittadi­ni iniziano a capirlo. La sua credibilità internazionale è zero. Finita l'era Bush, Ber­lusconi è considerato dai grandi leader mondiali una specie di informatore di Pu­tin, un interiocutore fastidioso e imbaraz­zante. «Un sinistro pagliaccio» nella sinte­si del Financial Times.

Se l'opposizione ve­ra è allo sbando, quella interna alla destra cresce, Fini si smarca, Bossi impone veti. È l'ultimo l'elemento più pericoloso. Se do­mani Berlusconi sparisse, la Lega raddop­pierebbe i voti. Il Cavaliere sarebbe anco­ra in grado di superare tutte queste diffi­coltà, se non si trovasse a gestire una crisi economica epocale, per cui non trova ri­medi e neppure parole. Mi sbaglierò, ma per lui il 2009 sarà un anno orribile.

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